Papa Ratzinger ha celebrato la messa utilizzando il Sacro Graal. Quello che si ritiene essere il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena, e conservato nella cattedrale di Valencia da tempo immemorabile, è stato utilizzato da Benedetto XVI durante il rito conclusivo del quinto incontro mondiale delle famiglie.
Giovanni Paolo II, quando andò in Spagna, lo tenne con venerazione tra le proprie mani e lo baciò due volte. Ieri, non appena arrivato in Spagna, Benedetto XVI ha sostato alcuni minuti nella cattedrale meditando davanti alla reliquia. Secondo uno studio scientifico la coppa risalirebbe ad un periodo fra il Secondo e il Primo secolo a.C.
Le peregrinazioni del Graal furono infinite. Portato, secondo la leggenda,a Roma da S.Pietro, fu adoperato l'ultima volta da papa Sisto II decapitato nel 258 d.C. Il suo diacono, San Lorenzo, originario della Spagna, prima di essere anche egli martirizzato affidò la coppa a due legionari cristiani che stavano tornando in patria, pregandoli di consegnarla ai suoi genitori.
Da lì, diversi secoli dopo, l'invasione araba costrinse la reliquia a migrare ancora,fino a San Juan de la Pena, un monastero incassato fra i Pirenei e identificato come Montsalvat, la montagna dove sorgeva il Castello del Graal della tradizione raccontata da Wolfram von Eschenbach nel XII secolo e che più tardi ispirò il Parsifal di Wagner.
Nel 1399 il calice fu reclamato dal re d'Aragona Martin el Humano che lo portò a Saragozza. E la lettera del sovrano che chiede la consegna del Graal è, dopo un inventario del monastero che risale al 1134, il secondo documento esistente sulla reliquia di Valencia, dove giunse grazie a re Alfonso V nel 1437.
Fonte - Il Tricolore, 2006
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